REVIEWS
BASEMENT BIG BAND
 
L’orchestra, indubbiamente “suona” e dimostra di cavarsela bene. Le partiture, in ogni caso, sono piacevolmente scorrevoli e caratterizzate da un buon feeling jazzistico, e si avvalgono a tratti di spunti solistici niente affatto dilettantistici, soprattutto per merito di Tisserant, Burke, Sacchetti, Arrighini e Meledandri. Direi che Laura è il pezzo più pregevole della collezione (Meledandri qui è veramente bravo) è l’esecuzione in cui meglio si identifica la sensibilità della scrittura di Dino Betti e in cui il balance espressivo e la sonorità orchestrale raggiungono livelli ottimali. Ma nel disco non mancano altri momenti felici, come in Intermission Riff, in Satin Doll e in Take The A Train. Per ultimo ho lasciato il tema che chiude il disco, The First G. L. Blues, che è la breve sigla dell’orchestra, composta da Betti. Insieme a Laura è il pezzo più riuscito della raccolta. Il che mi fornisce lo spunto per suggerire al leader di dedicare in futuro più spazio e maggiori attenzioni a brani di sua composizione: insomma, meno classics e meno standards, e più originals. Ne facciamo un assunto per il prossimo disco?
 
Bruno Schiozzi – Musica Jazz – maggio 1978